Presentiamo la seconda edizione di Spazi Pericolosi. Sono stati inclusi alcuni articoli teorici omessi nella versione precedente e aggiunto come postfazione il comunicato della redazione originale dell’opuscolo in inglese.
Il tema principale trattato qui è la vendetta contro la violenza cis-etero-patriarcale. Il titolo è una contrapposizione positiva al concetto di spazio sicuro, perché offre un’altra prospettiva per affrontare le oppressioni strutturali e in particolare per contrastare la violenza di genere.
Citiamo dall’introduzione:
“C’è una violenza che domina. È picchiare le persone gay. È lo stupro. È la deforestazione e i laboratori di vivisezione. È la banca e il negozio di caffè. È l’auto di pattuglia e il carcere. È il tuo lavoro, il tuo affitto ancora da pagare, i tuoi denti marci, le tue ferite che non riescono a guarire. È il silenzio che mantiene lo stato attuale delle cose.
C’è una violenza che libera. È l’uccisione di un omofobo. È tagliare le gambe ad uno stupratore. È incendiare un allevamento e vedere i visoni fuggire. È spaccare le vetrine dei supermercati e l’esproprio di cibo. È lo sbirro in fiamme e la rivolta in un carcere. È evitare il lavoro e occupare, l’amicizia criminale e il rifiuto totale di compromessi. È il caos che non può essere fermato”.
…e dalla postfazione:
“È di vitale importanza che non smettiamo mai di crescere. Fin troppo spesso, le persone anarchiche tradiscono questo impegno e finiscono per adottare posizioni irremovibili, che poi abbandoneranno in favore di altre (spesso contraddittorie) posizioni irremovibili e così via fino alla nausea. Ciò che si perde in mezzo a questa arroganza e sbruffoneria sono le sfumature che ci permettono di vedere le complessità del mondo, l’onestà di ammettere quando siamo fuori strada, l’umiltà di riconoscere che non abbiamo le risposte, la flessibilità per accettare cambiamenti; insomma, tutto ciò che rende l’anarchia vivace e getta luce sul dogmatismo ammuffito.
[…]
A coloro che avevano trovato ispirazione in questa pubblicazione: per favore considerate la questione della violenza con delicatezza e non con disapprovazione morale o leggerezza”.
Buona lettura!
Distro Furiosa