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SPAZI PERICOLOSI. resistenza violenza, autodifesa e lotta insurrezionale contro il genere,
di untorelli press, tradudizione a cura di frocia furiosa.

Seconda edizione luglio 2020

[leggi] [stampa] [inglese]

 

“C’è una violenza che domina. È picchiare le persone gay. È lo stupro. È la deforestazione e i laboratori di vivisezione. È la banca e il negozio di caffè. È l’auto di pattuglia e il carcere. È il tuo lavoro, il tuo affitto ancora da pagare, i tuoi denti marci, le tue ferite che non riescono a guarire. È il silenzio che mantiene lo stato attuale delle cose.

C’è una violenza che libera. È l’uccisione di un omofobo. È tagliare le gambe ad uno stupratore. È incendiare un allevamento e vedere i visoni fuggire. È spaccare le vetrine dei supermercati e l’esproprio di cibo. È lo sbirro in fiamme e la rivolta in un carcere. È evitare il lavoro e occupare, l’amicizia criminale e il rifiuto totale di compromessi. È il caos che non può essere fermato”.


FURIOSE e altre storie di rivolta frocia,
a cura di frocia furiosa.

Prima edizione giugno 2020.

[leggi]   [stampa]

 

“Gli articoli raccolti e tradotti in questo opuscolo hanno una cosa in comune: analizzano la violenza strutturale del sistema cis-etero-patriarcale e riportano esempi di violenza rivoluzionaria frocia e trans*.

[…]

il primo articolo FURIOSE getta luce su episodi del passato lontano fino a quella che viene considerata la nascita del movimento LGBT odierno (la Rivolta di Stonewall) per cercare di costruire una genealogia che ci unisca alle lotte delle nostre antenate e alle loro pratiche.

Per collegarci a vicende più recenti, gli articoli della rete di gruppi queer Bash Back! (attivi negli stati uniti e canada) ci offrono un ottimo spunto attraverso i racconti di azioni o espressioni di solidarietà presenti nel capitolo ULTRAVIOLENZA FROCIA.

[…]

LETTERA A CHI SI RIBELLA AL GENERE è un articolo che restituisce emotività al discorso sulla rivendicazione della violenza frocia, ma non per questo manca di analisi lucida sui rapporti di potere: un gioiello per rendere più favolosa la nostra espressione di genere.